lunedì 21 dicembre 2009

mercoledì 16 dicembre 2009

"Ufficiale: Berlusconi è mortale e prende cazzotti come tutti"


A prescindere dalle motivazioni o dalla storia personale di chi ha ferito Berlusconi, non possiamo che constatare che l'aggressione al presidente del consiglio non è altro che un gesto automatico, un riflesso condizionato verso un personaggio e un governo che fanno dell'offesa, dell'aggressione verbale e dell'arroganza una pratica comunicativa quotidiana. D'altra parte un governo che schiera gente come Berlusconi, Brunetta, Borghezio, Calderoli, Vito, deve essere consapevole che prendere un cazzotto è una possibilità da mettere in conto.

Invece di un grottesco atto terroristico, che l'avrebbe sicuramente trasformato in martire, Silvio Berlusconi ha riscosso quel "sano" cazzotto in faccia che ogni tanto tocca in sorte alle persone arroganti e fastidiose. Una riduzione del (si fa per dire) divino ad umano propedeutica al ridimensionamento politico definitivo del personaggio. Caro Berlusconi, il cazzotto che hai preso non era su "Scherzi a parte" ma faceva parte della realtà che hai evocato come un apprendista stregone.

Intanto su Facebook sono già migliaia e crescono in maniera esponenziale gli italiani diventati fans di Massimo Tartaglia segno che l'autore ha interpretato i sentimenti di una buona parte della popolazione, sicuramente molti di più di quelli che pensa Berlusconi visti i numeri e le percentuali di consenso (virtuale) che aveva evocato pochi minuti prima sul palco

da Indymedia Toscana

sabato 12 dicembre 2009

12 Dicembre 1969 - 2009: 40 Anni Fa La Strage Di Stato Di Piazza Fontana - Audio

In occasione del 40esimo anniversario della strage fascista e di stato di piazza fontana vi proponiamo una intervista di analisi e di presentazione delle iniziative organizzate a milano. Con i contributi di Saverio Ferrari, osservatorio democratico sulle nuove destre, Mauro De Cortes, del circolo anarchico ponte della Ghisolfa, Piero Maestri di sinistra critica, Rosa Piro, mamma di Dax ed Elio del centro sociale vittoria di Milano.

L'Onda degli studenti


11 dicembre 2009 - L'Onda in piazza. Sciopero dei settori della conoscenza e degli studenti universitari contro i tagli decisi dal governo alla scuola ed università pubblica. 37.000 studenti in più, 40.000 insegnati in meno, 5.000 classi tagliate; messa in discussione persino l’esistenza di alcune sedi universitarie. Tensioni sin dalle prime battute del corteo concentrato in piazzale Aldo Moro. Ripetuti i punti di contatto tra forze dell'ordine e manifestanti decisi a deviare dal percorso autorizzato per raggiungere il Ministero dell'Istruzione, posto off limits. Mani alzate in segno di protesta pacifica, sfottò, inseguimento e carica presso Piazza della Repubblica dove il corteo ha tentato di aggirare i blocchi con una manovra a sorpresa.

venerdì 11 dicembre 2009

Roma: corteo studentesco e ancora repressione! [11/12/2009] - Video

AUDIO DISATTIVATO A CAUSA DELLA SPUDORATA PROPAGANDA DELLA GIORNALISTA SKY TG 24 CHE TENDEVA A RIDICOLIZZARE LA PROTESTA STUDENTESCA E NEGARE FATTI CHE NEL VIDEO SONO EVIDENTI: LE CARICHE DELLA POLIZIA!

Tensioni e tafferugli a Roma tra studenti e polizia. Il corteo di studenti e dei precari di scuola e università è partito da piazzale Aldo Moro per raggiungere piazza della Repubblica. Ma a piazza dei Cinquecento si sono verificati diversi scontri con le forze dell'ordine. La polizia ha bloccato, usando i manganelli, gli studenti dell'Onda che hanno cercato di forzare per due volte il cordone delle forze dell'ordine, fronteggiandolo a mani alzate. I manifestanti volevano raggiungere il ministero dell'Istruzione nonostante il divieto e a sorpresa, dopo essere arrivati in piazza della Repubblica, per evitare il blocco in via Nazionale, hanno cominciato a correre all'impazzata verso viale XX settembre, dove si trova il ministero dell'Economia, rincorsi dalla polizia. Dopo tafferugli e momenti di tensione alcune migliaia di studenti e precari sono riusciti ad arrivare davanti al ministero al grido: "Noi la crisi non la paghiamo".

Volante Rossa Video

Torino 11 dic 2009 polizia carica studenti medi - Video

corteo studentesco, nella giornata dello sciopero generale della conoscenza!il corteo ha superato i limiti imposti dalla questura e si è ripreso le strade della città...la polizia carica studenti e studentesse...

infoaut.org

mercoledì 9 dicembre 2009

Margherita Hack racconta Galileo - Video

a 4oo anni dalla divulgazione delle scoperte di Galileo Galilei, la più grande astrofisica dei nostri tempi, Margherita Hack, racconta le scoperte e le verità di uno scienziato che ha cambiato la storia della scienza.

domenica 6 dicembre 2009

Funerali di Victor Jara - Video


Tre giorni di omaggio a Santiago del Cile, al cantautore Victor Jara, ucciso dal regime di Augusto Pinochet pochi giorni dopo il colpo di stato, l’11 settembre 1973. Più di tremila le persone che hanno sfilato per le vie della città. Tra loro anche la vedova di Jara, Joan, e le loro due figlie, Amanda e Manuela. “Oggi il suo corpo, distrutto dalle torture e dalle pallottole, ritornerà alla terra, avvolto nell’amore delle sue figlie e di sua moglie, nell’amore enorme che il suo popolo e il mondo intero gli hanno espresso”. Alla celebrazione anche la presidente del Cile Michelle Bachelet: “Dopo 36 anni Victor può riposare in pace, ma ci sono moltre altre famiglie che vorrebbero poter essere in pace”. I resti di Jara sono stati riesumati a giugno per essere sottoposti a esami medico legali per fare luce sulle circostanze della sua morte, ma i suoi assassini restano impuniti. Il cantautore, che si era sempre dichiarato comunista, all’epoca aveva 40 anni e fu arrestato qualche ora dopo il golpe contro Salvador Allende con altre cinquemila persone. Fu detenuto allo stadio del Cile a Santiago, usato come campo di concentramento dal regime, dove venne torturato prima di essere trucidato con 44 colpi di arma da fuoco. Nel 2003 quello stesso stadio gli fu intitolato. Copyright © 2009 euronews\

da pdcitv

Atene: scontri con la polizia per l'anniversario dell'uccisione di Alexis - Video

Un anno fa prese il via la rivolta greca seguita all'omicidio ad Atene di Alexandros Grigoropoulos, 15enne colpito a morte dalla pallottola di un poliziotto.
In occasione del primo anniversario dalla sua uccisione il movimento greco ha annunciato manifestazioni in tutto il paese e constestualmente è partita la macchina repressiva del governo greco.

Da ieri oltre diecimila agenti di polizia sono schierati ad Atene, e ieri sera 163 persone sono state fermate in una serie di retate al centro e alla periferia di Atene alla vigilia delle grandi manifestazioni previste per oggi. 75 persone, tra le quali cinque italiani, sono state poste in stato di arresto. La retate sono avvenute dopo scontri con la polizia avvenuti nel quartiere di Exarchia, al centro di Atene, al termine di un presidio e dopo una irruzione in uno spazio occupato.
Tre auto della polizia sono state date alle fiamme. Il movimento studentesco si è mobilitato da alcuni giorni all'insegna dello slogan "Un anno dopo non dimentichiamo". Da venerdì sono occupate centinaia di scuole e facoltà universitarie nella capitale, a Salonicco e in tutto il paese.

Un anno fa prese il via la rivolta greca seguita all'omicidio ad Atene di Alexandros Grigoropoulos, 15enne colpito a morte dalla pallottola di un poliziotto.
In occasione del primo anniversario dalla sua uccisione il movimento greco ha annunciato manifestazioni in tutto il paese e constestualmente è partita la macchina repressiva del governo greco.

venerdì 4 dicembre 2009

Di lutto vestono gli eroi - Video

Il I° Marzo 2008 l'esercito colombiano bombarda l'accampamento diplomatico del comandante delle Farc-EP Raùl Reyes, situato nella regione di Sucumbios in Ecuador, con l'intento di far fallire l'intercambio Umanitario dei prigionieri di guerra e la liberazione della franco-colombiana Ingrid Betancourt.

Il leader insorgente viene assassinato insieme a 15 guerriglieri ed a 4 studenti messicani che si trovavano lì per realizzare studi accademici.

Questo video smaschera tutte le menzognere dichiarazioni fatte dal governo colombiano sull'operativo criminale organizzato in piena violazione del Diritto Internazionale e violando la sovranità dello Stato vicino.


UN SUDAMERICA SEMPRE PIU' SPEDITO VERSO IL BOLIVARISMO - AUDIO

Vi proponiamo l'interessante analisi di tito Pulsinelli, nostro collaboratore da Caracas, esperto conoscitore delle realtà autonome latinoamericane. Con lui parliamo della quasi certa rielezione di Evo morales alla presidenza della Bolivia nelle elezioni di domenica, dell'elezione di "Pepe" Mujica in Ururguay, delle elezioni truffa in Honduras e delle ultime vicissitudini venezuelane, con la nazionalizzazione di due piccoli istituti di credito decisi dal Presidente Ugo Chavez.

Yoani Sanchez, chi ti paga?

di Maurizio Carena
L’ultima "dissidente" cubana fabbricata dai mainstream globali porta il nome di Yoani Sanchez.
Curiosamente essa NON compare nella lista dei "dissidenti cubani" di Wikipedia (en.wikipedia.org/wiki/Category:Cuban_dissidents).
Strano.

Questa sedicente "blogger antisistema" afferma di guadagnarsi da vivere facendo la guida turistica (peraltro senza autorizzazione, eh già, il regime...) e di riuscire a gestire il suo blog "dissidente" usando le connessioni satellitari delle hall degli alberghi.
Strano.

Visto che, come lei stessa ripete come un disco rotto, a Cuba c’è una grande povertà, dove li prende i soldi per aggiornare il suo blog?

La Sanchez viene spacciata dai media occidentali come una vittima della censura del regime cubano. Strana censura. Visto che è proprio col web che "agisce" questa pretesa "cyberdissidente".

Il blog della Sanchez (www.desdecuba.com/generaciony/) è stato tradotto in 18 lingue. I suoi post vengono ripresi e propalati ossessivamente dalla propaganda occidentale tra cui, in Italia, il settimanale "Internazionale", dove la Sanchez ha una rubrica fissa e La Stampa dove Gordiano Lupi cura la traduzione del blog in lingua italiana. Il Fatto Quotidiano, poi, ha addirittura indetto una raccolta di firme, da inoltrare all’ambasciata cubana, in risposta alla presunta aggressione che la blogger avrebbe subito, il 6 novembre di quest’anno, da parte della polizia del suo Paese.
Strano.

Abbiamo verificato (su Alexa) che non esistono altri casi al mondo di illustri sconosciuti tradotti in 18 lingue. Anzi, nemmeno il "Washington Post" o "Al Jazeera" o il blog del Beppe nazionale hanno una tale schiera di traduttori ufficiali.

E, per le decine di giornalisti colombiani o messicani morti ammazzati ogni anno, non sono state proposte rubriche o raccolte firme in Italia, né gli vengono dedicati vibranti editoriali sui mainstream.

Solo il blog della Sanchez, tra i milioni di blog al mondo, riceve tanta attenzione dai mainstream.

Lo stesso blog, inoltre, è registrato su GoDaddy, la compagnia usata dal Pentagono per la cyberguerra. Una coincidenza.

Di cyberguerra USA contro Cuba ci parla anche Gianni Minà in "Latinoamerica" (n 106) (www.giannimina.it/index.php).

Per non parlare poi del server in Germania (Cronos AG Regesburg); grazie a ciò la bloggera alla moda ha a disposizione una memoria a lungo e altissimo traffico, per non dire di una banda enorme, cose sconosciute al resto dei cubani (Cuba è priva di connessioni via cavo col resto del mondo a causa dell’embargo USA).

Il blog di Yoani Sanchez è una vera stranezza, per chi voglia usare il cervello e non ululare alla Luna non appena si nomina la "Cuba" della rivoluzione socialista di Fidel Castro, come fanno i giornalisti proni al regime neoliberale, che detta loro cosa scrivere, cosa pensare, cosa farci pensare.

E, ancora più strano, non esistono prove della presunta aggressione di cui sarebbe stata recentemente vittima la Sanchez (fulviogrimaldi.blogspot.com/2009/11/yoani-sanchez-pesci-pilota-e-pesci.html).

Se i "giornalisti" dei periodici prima menzionati avessero rispettato la prima regola del giornalismo, ovvero quella di verificare le "notizie" si sarebbero accorti che non c’era nulla a suffragare le menzogne della bloggera così alla moda oggi.

Nulla a parte il vaniloquio di un brand propagandistico costruito dai poteri forti che impongono lo sfruttamento del pianeta e che non possono tollerare l’esempio di giustizia sociale della Revolucion cubana.

Sì, perché, se hai fame, la giustizia sociale è molto piu’ importante dei cosiddetti "diritti umani" e della cosiddetta "libertà di espressione", null’altro che vecchi arnesi propagandistici al servizio della guerra ideologica delle cosiddette "democrazie" occidentali. Quelle di Guantanamo, della pena di morte, di Stefano Cucchi, del lavoro minorile, delle elezioni senza preferenza, della privatizzazione dell’acqua...

Ma sputare sul socialismo, negli ambienti della casta e nei regimi cosiddetti "democratici post industriali", paga. Paga sempre. Specie quando ci si rivolge a popoli sempre più ignoranti e lobotomizzati dalla tv di stato.

In Italia, Paese di grande libertà di espressione, dove un vecchio satrapo, amico dei peggiori dittatori del pianeta, ha in pugno il 90% della tv, dove il mestiere di giornalista è regolamentato dallo stato e dove lo stesso stato tiene a libro paga (aiuti all’editoria) gli organi di propaganda, pardon, di "informazione", e ne nomina i direttori di rete, nessuno di questi sedicenti "giornalisti" (mainstream), dico nessuno, si è preso la briga di verificare le affermazioni della Sanchez.

C’è qualcuno, però, che lo ha fatto.

Si chiama Fernando Ravsberg, corrispondente della BBC che, trovando la blogger (dopo la pretesa "aggressione poliziesca") in perfette condizioni di salute e senza alcun segno apparente di percosse, le ha chiesto prove a sostegno delle sue affermazioni.

Si è sentito rispondere (testuale): "Ho diverse contusioni, in particolare sui glutei, ma non posso mostrarle"... Insomma: i segni erano sul sedere e lei, per pudore, non poteva mostrarli... Verebbe da riderle in faccia!

E sono queste le "fonti" dei nostri mainstream. E’ così che, giorno dopo giorno, si perpetua il lavaggio del cervello.

Bisogna far odiare al popolino catodicamente eterodiretto (noi) anche la parola stessa "socialismo", così da permettere alle classi dirigenti (padrone dei media) la privatizzazione di tutto il possibile e l’immaginabile.

E qui diamo la parola a Stefano Citati che, sul Fatto Quotidiano (n 41, 8 nov 2009), sostiene con un suo pezzo la raccolta di firme per la Sanchez. "Quello che è successo all’Avana è un avvertimento mafioso in stile camorra-Gomorra, è stato scritto (dalla Sanchez, ndr), ma ricorda ancor più le modalità della sparizione di tanti oppositori ai regimi fascisti latinoamericani degli anni 70/80".

"Avvertimento mafioso stile camorra" ?

Ogni commento, per chi non abbia dato il cervello all’ammasso o non scriva per soldi come i giornalisti mainstream, è superfluo.

Che la Sanchez, marionetta della propaganda USA, non sappia bene cos’è la camorra, passi.

Più grave che non lo sappia Citati, avallando la fantasiosa e ridicola prosa della bloggera alla moda.

E se Citati conoscesse la storia saprebbe che i "desaparecidos" sono stati diverse decine di migliaia e non sono mai tornati, a differenza della Sanchez e del suoi pretesi venti minuti di "rapimento".

Citati ha insultato la memoria dei desaparecidos, e mi ha ricordato una recente infelice battuta del premier sul medesimo argomento. Una battuta tanto disgustosa che non voglio nemmeno ricordare e che mi ha fatto vergognare di essere italiano.

Sempre Citati ci racconta poi che la "cyberdissidente" sarebbe stata "gettata fuori dall’auto, con escoriazioni e lividi...", che però nessuno ha avuto modo di vedere.

Se la Sanchez fosse stata a Villa Grimaldi o vittima dei Casalesi porterebbe segni ben diversi o, più facilmente, sarebbe morta.

Solo Citati può lanciarsi, con sprezzo del ridicolo, in paralleli tanto strampalati quanto offensivi per le vere vittime.

E’ evidente che sia l’uno che l’altra non sanno di cosa parlano.

Purtroppo Citati è in abbondante compagnia.

Contro Cuba abbiamo puntualmente i dotti elzeviri di Pierluigi Battista sul Corsera e poi gli articoli di Rocco Cotroneo, che diffama Cuba da Rio de Janeiro.

Su Repubblica è Omero Ciai a intervistare gli assassini della mafia cubano-americana di Miami invece delle vittime.

Per La Stampa è invece tal Gordiano Lupi che si accolla il duro lavoro di propalare pseudonotizie prive di ogni verifica, traducendo il blog della Sanchez. E si potrebbe continuare.

E questi sarebbero dei giornalisti?

Questi sono ignobili corifei del regime che disonorano e stuprano una delle piu’ nobili professioni umane: raccontare la verità.

Dove sarebbero i segni delle percosse, signora Sanchez? Chi accusa ha l’onere della prova.

Chi ti ha fornito e chi ti paga il blog ad alta tecnologia, su server tedesco e su dominio del Pentagono?

Come fai tu, illustre signora nessuno, senza nemmeno delle pubblicazioni, ad essere insignita di premi (Gasset da ElPais) ed avere contratti a suon di migliaia di euro per il tuo primo libro di quest’anno (15000 euro di anticipo da Rizzoli)?

Come mai proprio tu, che non sei nemmeno una prigioniera di coscienza "ufficiale" (54 secondo Amnesty nel 2008), e non altri?

Che rapporti hai col gruppo Prisa, proprietario di ElPais, lo stesso che ti ha conferito il "premio letterario Gasset"?

In realtà il blog della Sanchez è un’arma mediatica di propaganda contro la Revolucion cubana. Null’altro.

Il Pentagono ebbe a dire, tempo addietro, che "il web è un sistema d’arma".

Il governo USA, nel 2008, ha stanziato 45 milioni di dollari per "un cambio di governo drastico" nell’isola.

Sin dai tempi di Jefferson e Quincy Adams si parlava dell’annessione di Cuba come "necessaria" ed "irrinunciabile".

L’embargo più lungo (e vergognoso) della storia del mondo, quello contro la Cuba socialista, è lì a dimostrarci che, ai piani alti dell’imperialismo, nulla è cambiato.

Per questo terroristi armati e finanziati dagli USA come i Basulto, i Carriles, i Frometa, i Bosh vivono felici e protetti a Miami e rilasciani persino interviste in tv e giornali.

Per questo i mainstream ci obbligano pavlovianamente ad associare le conquiste sociali di Cuba con le più spaventose dittature immaginabili.

E’ questo il lavaggio del cervello.

E’ definire la sanità o l’istruzione universali come "marxismo-leninismo" e la più bassa mortalità infantile del continente americano (USA inclusi) come "mancanza di libertà di espressione".

E 70mila medici (spesso in giro per il mondo) e il 35% del parlamento composto da donne noi siamo addestrati dai mainstream ad associarli all’ "illiberale regime castrista"...

La verità è che, secondo Amnesty International, attualmente vi sono una cinquantina di prigionieri politici a Cuba.

Punto. Niente tortura, niente lavoro minorile, niente guerra, niente analfabetismo, nessun problema di disoccupazione o di trovare casa.

E, soprattutto, nessun giornalista ammazzato. Mai.

E’ in Italia che li ammazzano i giornalisti NON a Cuba. Ricordatevelo, penosi pennivendoli mainstream, quando vomitate le vostre calunnie gratuite contro Cuba socialista.

Cuba non scatena guerre imperialiste, non effettua, come l’Italia, rapimenti di stato (Abu Omar), torture di stato (Genova 2001), leggi razziste (reato di clandestinità).

A Cuba non si massacrano i detenuti come in Italia (Stefano Cucchi).

I prigionieri politici ci sono anche in Occidente. Anche in Italia (Michele Fabiani, per esempio), in Francia (Julien Coupat, per esempio), negli USA (Mumia Abu Jamal, per esempio e gli esempi sarebbero molti).

Invece di puntare il nostro dito (sporco di sangue) dovremmo avere il coraggio di guardarci allo specchio.

Sotto moltissimi aspetti, guardando al (pur imperfetto e migliorabile) socialismo cubano, noi occidentali opulenti, violenti e razzisti, dovremmo arrossire di vergogna. Solo la nostra stolida arroganza, una sesquipedale ignoranza e la propaganda mainstream ce lo impediscono.

Ma non sarà certo la nostra ridicola autorappresentazione a cambiare la realtà dei fatti, della storia.

Quella storia fatta dal popolo di Cuba, e nata dal sogno di un pugno di giovani ragazzi che fecero una rivoluzione. Una vera rivoluzione di un Paese del terzo mondo che non voleva rimanere vittima dell’Occidente.

La storia di Fidel Castro, un uomo (nelle parole di Garcia Marquez) "di costumi austeri e di illusioni insaziabili, con un’educazione formale all’antica, di parole pesate e di modi delicati, e incapace di concepire un’idea che non sia straordinaria". L’anima di quella "rivoluzione imperdonabile" (william Blum) che, col suo esempio, ha dimostrato che "un altro mondo è possibile". Sempre.

Oggi tutta l’America Latina si muove nel solco tracciato dalla Revolucion.
E’ questa la Storia.

E’ questa la realtà che i mainstream e le bloggere prezzolate potranno calunniare, infangare, distorcere, ma mai cancellare.

Nemmeno la bloggera alla moda oggi: Yoani Sanchez. Che parla tanto di "censura" e di "regime" e poi, per coerenza, calunnia il suo Paese col web in banda larga. E coi soldi di chissa chi.

da www.toscana.indymedia.org

lunedì 30 novembre 2009

Provocazioni Neofasciste In Tutto Lo Stivale - AUDIO Da Napoli


Provocazioni neofasciste in tutta Italia - A Napoli e istituzioni mettono in campo l'ennesima vergognosa equiparazione tra chi combatte il fascismo quotidianamente e chi invece mette in pratica metodi di tipo squadrista. Dopo l'aggressione venerdi ai danni di 5 studenti campani della rete contro il neofascismo che affiggevano manifesti nel quartiere mater dei, dove ha sede casa pound, e dopo la risposta a questa aggressione da parte dei militanti della rete conto il neofascismo il razzismo e il sessismo, comune e prefetto fanno sapere oggi di avere intenzione di procedere sia allo sgombero di casa pound, che dello spazio occupato dalla rete Ma qual' è la situazione a Napoli? Ce lo racconta Giancarlo, compagno della rete napoletana contro il neofascismo il razzismo e il sessismo.

Non processate Bob Marley - Prima parte - Video


Non processate Bob Marley
non è una battaglia per il sunsplash, è una battaglia di libertà.

Udine, 13 Novembre 2009.

Con il pretesto dell'art 79 della legge Fini-Giovanardi rinforzato negli atti da pericolose affermazioni che criminalizzano la cultura reggae e il rastafarianesimo, vogliono cancellare il Rototom Sunsplash, uno dei più importanti festival di musica e cultura d'Europa, luogo di aggregazione dove da sempre si pratica la pace e l'interscambio culturale.

Si richia così di creare un pericoloso precedente che potrebbe andare a colpire non solo il movimento reggae ma anche tutti coloro che fanno attività culturale libera e aperta in Italia.

Diciamo no alla discriminazione religiosa, alla criminalizzazione della cultura reggae e del Rototom Sunsplash. Difendiamo il diritto di espressione, di coscienza e la libertà di pensiero. Affermiamo il nostro diritto ad esistere nella pace, la fratellanza e l'integrazione tra i popoli.
Rivendichiamo il diritto di aspirare ad un mondo migliore!
da Arcoiris.tv

sabato 28 novembre 2009

Proletario, proprio


Coraggio, ormai ci siamo. Ancora qualche mese, forse appena qualche settimana, e poi Cesare Battisti sarà estradato in Italia: e il mondo finalmente sarà un luogo più sicuro per tutti. Un giardino fiorito dove portare i figli a giocare, senza più dover temere le insidie degli empi Proletari Armati per il Comunismo.
Sul serio, fa bene al cuore sapere che non c'è luogo al mondo dove un terrorista possa nascondersi all'occhio di una Giustizia implacabile. Anche se dopo tante chiacchiere forse abbiamo perso un po' di vista la vicenda in sé. Forse è meglio tornare ai fondamentali: perché merita di scontare l'ergastolo, Cesare Battisti?

Per aver ucciso il maresciallo della polizia penitenziaria Antonio Santoro? Questo almeno secondo il pentito Mutti, ex compagno di Battisti. In cambio del nome dell'assassino, Mutti ottenne uno sconto di pena. Quando poi nuove prove costrinsero Mutti ad ammettere che Santoro lo aveva ucciso lui, Battisti rimane collegato all'omicidio in qualità di “copertura”. Uhm.

Per aver ucciso il macellaio Sabbadin? Anche questo risulterebbe dalla testimonianza del pentito Mutti. A un certo punto però un altro ex compagno, Diego Giacomin, confessa di aver ucciso Sabbadin insieme a Mutti. E anche stavolta quella di Battisti rimane una “copertura armata”.

Per aver ucciso il gioielliere Pierluigi Torregiani? Eh, ma in questo caso ha un alibi: stava facendo la “copertura armata” ai due che lo stesso giorno ammazzavano Sabbadin. In questo caso Battisti è stato condannato in qualità di co-ideatore e co-organizzatore.

Per aver ferito il figlio di Torregiani, che è quel signore sulla sedia a rotelle che spesso viene intervistato in qualità di parente delle vittime, e vittima egli stesso? Ma a ferirlo fu proprio il padre, che rispose al fuoco dei Proletari Armati. Battisti nemmeno c'era (stava coprendo, secondo Mutti, gli assassini di Sabbadin).

Allora per aver ucciso l'agente Digos Andrea Campagna... in questo caso almeno è stato riconosciuto come esecutore materiale... sì, ma sempre in base alla testimonianza di Mutti, (altro giro, altro sconto di pena). E dire che anche in questo caso c'è un reo confesso, Giuseppe Memeo. Aveva un complice, biondo, alto 1 metro e 90. L'identikit preciso di Cesare Battisti, cotonato, e con 30 cm. di tacco.

E allora, insomma, siamo sicuri che se lo merita un ergastolo, Cesare Battisti? Altroché. Almeno per i motivi che vado ad elencare.

1. Perché ha scommesso sugli asili politici sbagliati: il Sudamerica e soprattutto la Francia, con quella Dottrina Mitterand che all'inizio sembrava il bengodi, ma a ben vedere non era che la capricciosa concessione di un sovrano illuminato. Morto il re, fine della Dottrina. Se Battisti si fosse studiato un po' meglio il mondo, se avesse scelto come asilo un Paese davvero serio, ad es., il Giappone... oggi probabilmente gestirebbe una fiorente attività di import-export, e ogni tanto si farebbe anche fare qualche intervista telefonica in Rai. Peggio per lui, doveva pensarci prima: ergastolo.

2. Perché ha fatto lo scrittore e diciamolo, un ex terrorista che fa lo scrittore non ce la conta giusta. Specie lo scrittore noir. Insomma, non ha l'aria di una cosa seria. Vuoi mettere con Zorzi e il suo import-export? è roba da adulti, un modo per dire lasciatemi stare, non faccio più politica, faccio soldi. Oppure un bell'impegno nel sociale, tipo che so, attivista di Nessuno Tocchi Caino... ecco, se prima ammazzavi la gente e poi ti trovi un posto a Nessuno Tocchi Caino, è chiaro che lo fai perché sei pentito del male che hai fatto, perché vuoi salvare tante meritevoli vite umane, e questo noi italiani lo capiamo: siamo cattolici, perdio, anche Pannella. Cioè alla fine cosa vuoi che sia la complicità in quattro omicidi, per giunta comprovata in processi farsa... quello che ci premeva, Cesare, è che tu ti facessi un pianto, che ci chiedessi scusa. Ma i noir, come si fa a chieder scusa coi noir? E allora ergastolo, tie'.

3. Perché può farsi tutti i romanzi e tutti gli scioperi della fame che vuole, ma in fin dei conti resta sempre e solo un ladruncolo, Cesare Battisti. Uno che se lo arrestano, cosa fa? Scappa! Che razza di comportamento. Proletario, proprio. Un terrorista di classe non si comporta così. Un terrorista di classe per prima cosa vende qualche ex compagno in cambio di uno sconto di pena. Vedi Mutti: ha ammazzato più o meno le stesse persone che ha ucciso Battisti, e in otto anni si è sistemato, altro che ergastolo. Oppure si ficca in qualche meritevole Onlus, e facendo due conti... se Fioravanti per una novantina di omicidi si è fatto 26 anni, a Battisti con quattro morti e qualche altra rapina quanti mesi avrebbero dato? Giusto il tempo di buttar giù un noir di tema carcerario. Che poi come minimo glielo avrebbe pubblicato Mondadori. Ecco, si vede da queste piccole cose che non è uomo di mondo, Battisti. E allora basta, ergastolo. Niente di personale, ma te lo meriti tutto.

A questo punto però io ho una proposta. Visto che ormai lo abbiamo preso, e con tutto il baccano che ha fatto è difficile che lo libereremo mai più (è diventato un simbolo, e coi simboli non si scherza); visto che i vecchi processi non si possono rifare... non potremmo aprirne altri, e condannarlo per qualcosa di più importante, come per esempio la bomba alla stazione di Bologna? Rifletteteci bene. A lui non costerebbe un giorno solo in più, ma in compenso il suo sacrificio ci aiuterebbe a crescere i nostri bambini. Sì, perché questa cosa della liberazione di Fioravanti e Mambro alla lunga si rivelerà destabilizzante. Come si fa a crescere dei bimbi rispettosi della legge, in un Paese dove uno che si è preso 8 ergastoli gira per strada... secondo me persino Fioravanti e la Mambro hanno qualche difficoltà.

F. MAMBRO: Non devi picchiare i tuoi compagni con la catena del motorino.
BAMBINO: Perché?
F. MAMBRO: Perché non è giusto.
BAMBINO: Sì, ma concretamente cosa rischio? Mi togliete l'uso della playstation per cinque minuti con la condizionale?
F. MAMBRO: I prepotenti fanno una brutta fine.
BAMBINO: Ahahah, mamma, sei un vero spasso.

da leonardo.blogspot.com

giovedì 26 novembre 2009

Alessio Spataro - La Ministronza - Libro


Dopo un anno di silenzio omertoso, torna la peggior sfruttatrice della figura d Borsellino. La GRRRŽETIC editrice raccoglie gli episodi di questo blog, aggiunge un soggetto inedito bloccato dall'anno scorso e oggi disegnato, mescola e trasforma tutto in un libro.
LA MINISTRONZA, da novembre in fumetteria e libreria a 12 €

da http://giorgiamecojoni.blogspot.com/

Alessio Spataro - Berluscoiti - Libro


Quando, nel 1994, Silvio Berlusconi annunciò alla nazione la sua volontà di «scendere in campo» per strappare l’Italia a un non meglio precisato complotto partitocratico, il fondatore del potente gruppo Mediaset, nonché padrone indiscusso della televisione, ottenne un immediato consenso presentando se stesso come uomo lontano dal «chiacchiericcio della politica» ma sempre pronto a «rimboccarsi le maniche» per regalare al Paese la stessa (seppur poco trasparente) fortuna che aveva arriso alle sue innumerevoli aziende e alla sua squadra di calcio.
Erano, questi, i tempi di «un milione di posti di lavoro» promessi agli elettori, conquistati dal «contratto con gli italiani» che il futuro Presidente del Consiglio avrebbe sottoscritto negli studi televisivi nel nome della «politica del fare». Da quel momento in poi, Silvio Berlusconi ha presieduto ben tre Governi ma, mentre l’Italia è sprofondata nella più grave crisi economica dell’ultimo mezzo secolo, regalando a tutto il mondo – grazie alle figure del suo leader – l’immagine di un popolo di pagliacci e veline, anche la tanto sbandierata praticità del Cavaliere ha finito per mostrare il suo vero volto. È stato così che Silvio Berlusconi, più che per «la politica del fare», è divenuto noto per «la politica del farsele», inaugurando una nuova stagione di scandali sessuali capaci di travolgere giornalisti, ministri e showgirl in una girandola di episodi esilaranti e disgustosi al tempo stesso. Gli stessi episodi che, con la consueta cattiveria, la matita di Alessio Spataro mette nero su bianco spiando i «berlus-coiti» del re di Arcore.

Un premier «affamato», sì. Ma non solo di potere!


ALESSIO SPATARO

(Catania, 1977) è uno dei protagonisti della scena satirica italiana. I suoi lavori sono comparsi sulle pagine di «Carta», «il manifesto», «Internazionale» e «Liberazione». Tra le sue pubblicazioni, i libri di vignette Cribbio (Edizioni Interculturali, 2004), Papa Nazingher (Purple Press, 2008) e il graphic novel Zona del silenzio (minimum fax, 2009), realizzato su testi di Checchino Antonini e dedicato al caso Aldrovandi. Il suo sito internet è on line all’indirizzo www.pazzia.org.

dal blog di Cristiano Armati

Vauro 26 - 11- 2009 - Cipphulk - Video


«Apparirà allora che il mondo possiede da tempo il sogno di una cosa di cui deve soltanto possedere la coscienza, per possederla realmente» (K. Marx)

Alcoa, scontri a Roma

La multinazionale Alcoa ha annunciato per il primo dicembre la chiusura definitiva degli stabilimenti di Portovesme (Carbonia) e di Fusina (Venezia) che danno lavoro a 2.500 persone.

mercoledì 25 novembre 2009

19 dicembre - Manifestazione nazionale No Ponte

Maurizio Marzolla sulla manifestazione nazionale del 19 dicembre contro il ponte sullo stretto

martedì 24 novembre 2009

Andrea Rivera - Con La Chitarra Dal Carcere - Video



La canzone di Andrea Rivera sulle morti in carcere

Daniele Follero - Concept Album - Libro


I dischi a tema da Sg. Pepper al nuovo millennio € 15,00

Nata sull’onda della rivoluzione musicale di fine anni Sessanta, la pratica del concept album ha accompagnato la maturità del rock, scrivendo un capitolo importantissimo nella storia della popular music. Relegati troppo spesso a margine del progressive rock e trascurati dalla critica, i dischi “a tema” continuano ancora oggi a rappresentare un affascinante mezzo espressivo, anche negli ambienti del pop da classifica. I recenti concept album dei Green Day sono
la testimonianza più lampante di un filo rosso che, partendo da Frank Sinatra, tiene insieme Sgt. Pepper’s dei Beatles, Tommy degli Who, The Dark Side of the Moon e The Wall dei Pink Floyd, le storie d’amore di Claudio Baglioni e le favole di Bennato, arrivando fino ai Dream Theater e al brit-pop.
L’assoluta mancanza di letteratura sia scientifica che divulgativa sull’argomento non rende giustizia a una forma di espressività musicale divenuta il simbolo del rapporto tra la popular music e l’LP.

Daniele Follero, vive e lavora a Bologna, dove insegna musica nella scuola secondaria. Laureato al DAMS, è stato collaboratore della cattedra di Etnomusicologia dal 2003 al 2008.
Giornalista pubblicista dal 1999, è redattore del digital magazine www.sentireascoltare.com

da www.odoya.it




lunedì 23 novembre 2009

Ascanio Celestini - La Verità - Video



Anagrammi di Ascanio Celestini sulle morti in carcere.

sabato 21 novembre 2009

La nuda vita di Cesare Battisti

Redazionale. da CarmillaonlineFrancescoGattoniDignitaDiCesaew.jpg

La decisione di Cesare Battisti di attuare, come estrema e disperata forma di protesta, lo sciopero della fame – di mettere in gioco la propria vita – mostra, nella sua gravità, lo stato in cui la nuda vita è costretta oggi.
Un uomo è inseguito e raggiunto, dopo trent’anni, da un’accusa alla quale non è possibile rispondere, dalla quale è tecnicamente impossibile difendersi: una condanna comminata sulla sola parola di un pentito che la legge riconosce avere più volte mentito. Una condanna comminata all’insaputa del condannato, che è diventata definitiva e irrevocabile perché il condannato, non sapendo di essere tale, non ha potuto ricorrere in appello – a differenza di altri correi, in appello assolti dalle medesime imputazioni.

foto5.jpgQuesta è la storia di Cesare Battisti: accusato da accusatori che hanno responsabilità politiche e morali pari a quelle che gli vengono imputate - ad esempio, ex ministri che condividevano, con ruoli dirigenti, spazi politici con i militanti dei NAR.
Questa è la storia di Cesare Battisti: inchiodato a una falsa rappresentazione della realtà: assassino di Torreggiani e feritore del figlio rimasto invalido per i media e la pubblica opinione, non ostante le stesse sentenze dicano che quella volta lì Cesare non ha sparato perché non c’era.
Questa è la storia di Cesare Battisti: come se tre decenni di vita potessero esser cancellati con un tratto di bianchetto.
Non è possibile girare la testa e ignorare cosa succederebbe a Cesare Battisti se venisse tradotto in un carcere italiano. Come non è possibile girare la testa e ignorare il destino toccato a Stefano Cucchi. scucchi.jpgLe foto del corpo di Stefano Cucchi dicono tutto: la nuda vita, il mero corpo esposto alla violenza dello Stato, al desiderio microfascista di potere, vendetta, di violenza di alcuni servitori dello Stato per il quale è subito scattata la difesa d’ufficio (mica stiamo parlando di “zingari” ubriachi), e per i quali è comunque pronta l’autoassolutoria definizione di “poche mele marce” da parte dello Stato (mica stiamo parlando di “rumeni”).
Quando tra il cittadino e lo Stato, tra il corpo e il Potere, tra la vita e il “monopolio legittimo della violenza” non s’interpone più alcuna barriera, alcuna mediazione, alcuna istituzione viene svelata l’originaria natura tirannica del Potere. La vita in pericolo di Cesare Battisti, i corpi oscenamente macellati di Stefano Cucchi o di Federico Aldrovandi, ci mostrano che a questo siamo arrivati.

Pubblicato Novembre 17, 2009

da Carmillaonline

Scontri a Torino: calci e pugni tra politici e studenti

mercoledì 18 novembre 2009

Andrea Rivera - Con La Chitarra Dal Carcere


La canzone di Andrea Rivera sulle morti in carcere

AUDIO

giovedì 12 novembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

ROTOTOM: NON PROCESSATE BOB MARLEY

Manifestazione - concerto venerdì 13 novembre in Piazza Matteotti a Udine. Emblematico il titolo: Non processate Bob Marley, iniziativa a cui parteciperanno a partire dalle 18 molti artisti ed intellettuali. Ad indire a manifestazione è Rototom, l associazione che organizza il principale festival europeo di musica reggae, dopo la denuncia all autorità giudiziaria per lipotesi di reato di agevolazione dell uso di sostanze stupefacenti. Viene contestato l'art.79: il Sunsplash in sostanza agevolerebbe l'uso di marijuana per il solo fatto di essere un festival reggae. Sentiamo Alessandro Oria, portavoce dell'associazione Rototom

lunedì 9 novembre 2009

Stefano Cucchi: la rabbia della gente

7 novembre 2009 - Manifestazione per chiedere giustizia dell'insensata morte di Stefano Cucchi, promossa dai comitati di quartiere e centri sociali.

Verità e giustizia per Stefano Cucchi. Corteo a Roma.

Roma, Torpignattara, sabato 7 Novembre. Per Stefano Cucchi, assassinato dalla legge, dallo Stato, dall'autorità. Contro ogni autoritarismo. Medialab, Forte Prenestino. (Damage Control Video)

Radiodimassa intervista la madre di Renato Biaggetti

Sabato 7 novembre a Materdei c’era anche la madre di Renato Biaggetti, ucciso barbaramente da un gruppo di neofascisti al ritorno da una festa.

Renato suonava, faceva il dj, era laureato, un ragazzo pieno di vita così come lo ricorda la madre.
Abbiamo voluto la presenza della madre di Renato per poter continua
re a raccontare la storia di questi neofascisti, vogliamo raccontare le loro mani sporche di sangue vogliamo che la gente del quartiere Materdei si renda conto del vero pericolo che sta corrend o oggi, dal 12 settembre giorno in cui Casapound Napoli ha occupato un ex monastero a salita S.Raffaele in pieno centro storico di Napoli.
La treggiorni antifa si è conclusa proprio così, un lungo intervento della madre di Renato, la voce stretta e soffocata di chi ancora soffre, di chi ancora si commuove, di chi ancora odia e ripudia la violenza.
Renato Biaggetti è stato colpito ma noi saremo sempre più forti, in quanto la nostra forza ci viene proprio da coloro che oramai non ci sono più, che hanno lottato prima di noi soccombendo alla vile violenza neofascista.
Radiodimassa ha voluto rendervi partecipi attraverso questa intervista, crediamo che sia arrivato il momento di lottare e farci forti con le parole della signora Biaggetti.

Allontaniamo immediatamente i neofascisti dal Quartiere Materdei storicamente riconosciuto dai napoletani come quello fra i quartieri piu resistenti e combattenti di Napoli all’attacco dei tedeschi durante l’invasione.




domenica 8 novembre 2009

LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO CONTRO IL CROCIFISSO NELLE AULE

il commento del Professore Giulio Giorello, docente di filosofia della scienza all'università degli studi di Milano, autore tra l'altro nel 2008 del libro Il peso politico della Chiesa e di Libertà. Un manifesto per credenti e non credenti, rispetto alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di ritenere una violazione della libertà la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche italiane

Annozero Le vignette di Vauro 5 Novembre 2009

Alborosie live at Gusto Dopa al Sole 09

lunedì 5 ottobre 2009

mercoledì 23 settembre 2009

Concerto dei 99 Posse "Brindisi for Gaza" - 19 settembre 2009

C'era la finanza con i cani antidroga. Non m'era mai capitato a nessun concerto.

martedì 22 settembre 2009

Santoro e il direttore di Rai2

Annozero. La conferenza stampa 01

La prima parte dell'intervento di Michele Santoro durante la conferenza stampa di presentazione di Annozero

Margherita Hack al meeting dell'UAAR "Liberi di non credere"

Saluto di Margherita Hack al meeting dell'UAAR "Liberi di non credere", primo meeting nazionale per un paese laico e civile, svoltosi a Roma il 19/09/2009

venerdì 18 settembre 2009

Il video e' stato girato a Roma alla magliana, luogo in cui 30 famiglie abitano da diverso tempo occupando uno stabile fatiscente lasciandolo abbandonato(http://roma.indymedia.org per maggiori informazioni). I vicini raccontano di ambulanze che caricavano le persone morte di overdose mentre ora il posto e' stato completamente riqualificato.
Gli sbirri entrano ma diverse persone riescono a salire sul tetto e a chiamare amici e compagni solidali che arrivano numerosi. I vigili non riescono a effettuare lo sgombero ma si portano 5 persone in questura denunciandole di associazione a delinquere. Gli occupanti infuriati costringono le rimanente forze del disordine ad andarsene.

mercoledì 16 settembre 2009

Berlusconi e Vespa danno i numeri

tratto da Porta A Porta del 15 Settembre 2009

mercoledì 9 settembre 2009

Hugo Chàvez alla Mostra del Cinema di Venezia

7 settembre 2009 - Venezia, Mostra Internazionale del Cinema. Il regista americano Oliver Stone approda a Venezia accompagnato dal presidente venezuelano Hugo Chàvez, protagonista del film documentario "South of the border". Oltre alle immagini del saluto del presidente Chàvez alla stampa internazionale, in questo servizio trovate le dichiarazioni di Gianni Minà (giornalista), Luciana Castellina (giornalista), Citto Maselli (regista) e Steve Della Casa (critico e autore).

GATTOCOMUNISTI!

lunedì 7 settembre 2009

Presidio al Provveditorato agli Studi

Intervista a Jacopo Iani del Coordinamento dei Precari della Scuola di Roma

mercoledì 2 settembre 2009

Salerno, scontro tra docenti e i poliziotti!

Salerno, i docenti cercavano di entrare nell'USP per poter consultare le proprie posizioni,graduatorie, ricorsi, assegnaz.provvisorie ecct. e la polizia ha impedito l'accesso!

domenica 2 agosto 2009

Due agosto 2009. Quest'anno i fischi non bastano


dell'Assemblea Antifascista Permanente di Bologna

[Alla vigilia della ricorrenza della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, proponiamo quello che ci è sembrato il migliore documento scritto per l'occasione. I link ad altri interventi degni di nota sono in appendice all'articolo.]

Chi guarda anche di sfuggita una qualsiasi foto della strage di Bologna vede scavare tra le macerie non solo uomini in divisa, ma soprattutto cittadini comuni. Chi guarda invece ogni anno il palco delle commemorazioni lo vede gremito quasi esclusivamente di alti gradi militari, fasce tricolori, abiti impeccabili di politici, burocrati, sottosegretari.

Se la strage è di Stato, i rappresentanti dello Stato non dovrebbero avere alcun diritto di parlare in piazza il 2 agosto. Se lo Stato ha intralciato e intralcia la verità, fischiare è opportuno. Questa piazza non è né del sindaco, né del questore, né delle istituzioni, né dello Stato, né tantomeno di un governo come quello odierno in cui siedono gli eredi della strategia fascista, piduista e stragista.

Si vuole far credere che il terrorismo sia un qualcosa di esterno senza rapporti con lo Stato e le sue strategie di potere. Ma il 2 agosto sta a ricordarci che questo è un oltraggio alle vittime e alla verità storica: dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato dolorosamente una lunga “strategia delle stragi” condotta da uomini degli apparati più coperti dello Stato o da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti. Lo scopo era quello di promuovere con la violenza un clima di paura e smarrimento per scoraggiare e sconfiggere le lotte operaie e le proteste sociali.

Sono trascorsi ormai 29 anni da quando, alle ore 10.25 del 2 agosto 1980, i neofascisti dei NAR spalleggiati dai servizi segreti misero una bomba alla stazione centrale di Bologna, causando 85 morti e 200 feriti.
A tanti anni di distanza i depistaggi e l’omertà di tutti i governi hanno impedito di accertare i mandanti e di conoscere pienamente la verità.

La mano è fascista, ma anche il mandante è evidente: è lo stesso che oggi grida all’emergenza per approvare misure di stampo autoritario e razzista, è chi detiene la violenza legale degli apparati militari e di polizia, chi sfrutta lavoratori sempre più precari, chi taglia pensioni e diritti sociali per finanziare eserciti e servizi segreti. È chi continua a nascondere la verità e a terrorizzare, in un modo o nell’altro, i propri “sudditi” con campagne di allarmismi e paura.

Ogni 2 agosto le parole e gli insulti che volano tra chi fischia e chi cerca di impedirlo testimoniano che in quella piazza si esprimono due verità differenti: quella perbenista, e talora ipocrita, delle istituzioni che parlano lungamente dal palco; e un’altra che va invece nascosta, delegittimata, impedita, fino al sequestro dei volantini e alla denuncia per “vilipendio” avvenuti nel 2007.

Da una parte, vi sono i discorsi ufficiali, tutti fondati su una netta opposizione tra democrazia e terrorismo. La democrazia sarebbe buona, accogliente, benefica, irreprensibile. Le compromissioni dello “Stato democratico” nella strage del 2 agosto vengono così o taciute o ricordate come casi episodici di “deviazioni”. Ogni anno, da 29 anni, i familiari delle vittime bussano inutilmente alla porta dei governi più diversi per chiedere la verità sui mandanti della strage e l’abolizione del segreto di Stato. Ogni anno il ministro di turno promette, sorride, stringe mani. Tutti sanno già che non cambierà nulla. Da alcuni anni, poi, il Terrorista è ritratto sempre più come un “mostro”, come un agghiacciante scherzo di natura, come qualcosa di totalmente estraneo alle strategie di potere dello Stato, rimuovendo gradatamente la verità storica sullo stragismo neofascista.

È il revisionismo alla Cofferati (e scopriremo presto se anche “alla Delbono”), meno smaccato e invadente delle fandonie di Cossiga e del PDL, ma pur sempre disponibile a qualche concessione: ad esempio il primo maggio 2007 il sindaco Cofferati, a nome della città di Bologna, ha dato dal palco il benvenuto al sindacato di estrema destra UGL parlando davanti a uno striscione di solidarietà allo stragista nero Luigi Ciavardini: “Strage di Bologna: Ciavardini innocente”. Non ha fatto una piega. Del resto, già nel 2004 il primo discorso di Cofferati per il 2 agosto aveva ricevuto il plauso di Forza Italia e AN...

2. Ma vi è un’altra verità che oggi si cerca di soffocare in ogni modo, proprio mentre ci si appella alla “memoria”. Noi la abbiamo portata in piazza ogni anno, come abbiamo potuto, anche con i fischi. Dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha vissuto dolorosamente una lunga serie di stragi indiscriminate promosse da interi scomparti dello Stato ed eseguite da militanti neofascisti.
Fin dal principio lo scopo era quello di promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”. Si voleva costringere la volontà diffusa di una diversa e più giusta organizzazione sociale di nuovo entro i ranghi oppressivi del lavoro salariato e dell’autoritarismo scolastico. Senza più dibattiti, contestazioni, lotte, antagonismi.

A lungo preparata, la strage di Bologna fu uno di questi capitoli e la sua verità storica non può essere staccata dalla storia dello stragismo neofascista e dei suoi appoggi istituzionali di ieri e di oggi. Ma dimenticare la specificità delle stragi di Stato pare diventato ormai un obbligo istituzionale a cui nessuno si sottrae. Dopo il revisionismo su fascismo e Resistenza, il revisionismo sul neofascismo stragista è un passo decisivo sulla via di un nuovo regime totalitario.

Ogni anno, quello che portiamo in piazza non è solo il lutto per le stragi di Stato, ma anche il dolore perché quei morti sono serviti a costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e violento. Per questo finora abbiamo sempre fischiato i rappresentati delle istituzioni: e lo abbiamo appreso proprio in quella piazza, nel corso degli anni, da gente comune che sapeva che lo Stato non processa se stesso.

Quest’anno tuttavia i fischi non sarebbero bastati. A uno Stato che, col cosiddetto Pacchetto Sicurezza, ha appena promulgato le sue nuove leggi razziali, nonché una stretta autoritaria senza precedenti nel dopoguerra, vogliamo voltare le spalle. Mentre i papaveri si daranno in mostra davanti alla Stazione, invitiamo tutte e tutti le/i sincere/i antifasciste/i a muoversi in corteo verso Piazza dell’Unità, luogo di incontro e di amalgama di culture e storie diverse, spazio urbano dove è ancora possibile praticare sport e socializzare in libertà, dimentichi di ogni frontiera e di ogni paura, simbolo di come crediamo debba essere vissuta, da tutte e tutti, la città. Ci saremo noi, altre realtà e singoli compagne e compagni con cui abbiamo deciso di gridare forte:

NOI SAPPIAMO, NOI NON DIMENTICHIAMO!

da Carmillaonline

Rototom Sunsplash 2009 Quinta Puntata

Ali Campbell
Beenie man
Junior Kelly
Aggrolites

Bologna. Fischiato Bondi durante la commemorazione della strage di Bologna

giovedì 30 luglio 2009

Festa per l'Unità - Paolo Ferrero

29 luglio 2009 - L'intervento di Paolo Ferrero, Segr. nazionale PRC, durante la Festa per L'Unità organizzata da Rifondazione Comunista a Castell'arquato (PC)

lunedì 27 luglio 2009

Rototom Sunsplash 2009 Quarta Puntata

Horace andy
Almamegretta
Easy star all stars
European reggae contest

Ska-P Live al Rototom Sunsplash 2009 Versione Integrale

Operai sud-coreani asserragliati e armati in fabbrica

Ronde Antifasciste a Massa

A Massa in Toscana, un gruppo appartenenti alla formazione SSS ha provocato i compagni dei CARC e dell'ASP la sera della loro festa. Prima li hanno fermati in strada e provocati con saluti romani e cori, poi, le carogne fasciste si sono presentate alla festa della Resistenza e in quel momento i compagni dei CARC li hanno aggrediti. La polizia è poi intervenuta per salvare il culo alle SSS.



da Volante Rossa Video http://www.youtube.com/user/VolanteRossaVideo

Honduras - La Polizia Spara Sui Tifosi

martedì 21 luglio 2009

Berlusconi - D'Addario: le nuove intercettazioni

Manifestazione contro i tagli al FUS

I lavoratori dello spettacolo manifestano in Piazza Montecitorio contro i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo (FUS)

PD, nasce "Sinistra per Bersani"

Presentazione a Roma della piattaforma del gruppo, interno all'associazione "A sinistra", che sostiene la corsa alla segreteria di Bersani. Ci sono la Turco, Bianchi, Crucianelli. L'ex sottosegretario agli Esteri spiega: Appoggiamo Bersani perché può assicurare meglio "la nascita di un partito che esprime una soggettività politica autonoma (sul modello dell'intellettuale collettivo di Gramsci) piuttosto che un soggetto che rappresenti la varie corporazioni sociali"
da www.aprileonline.info 20 luglio 2009.

da "Cuore" del 1989:

In vent'anni non mi sembra sia cambiato molto..